René Spitz, uno psicoterapeuta austriaco, naturalizzato americano, nei suoi studi ha dimostrato in che modo la deprivazione d’amore possa influire sulla crescita sana dei bambini. Nel suo studio più importante, condotto in periodo post bellico, Spitz osservò due campioni di bambini ospedalizzati dalla loro nascita per 4 anni. In uno dei due campioni, un orfanotrofio con poche risorse a disposizione, i bambini, sebbene nutriti e al sicuro, erano affidati alle cure di una sola infermiera ogni 7 bambini.

Sindrome dell'Amore Negativo

Nel secondo campione, bambini nati in carcere, ad ogni bambino/a erano assicurati, oltre alla pappa e una coperta calda, anche tempo e coccole della propria mamma ogni giorno. Nei primi mesi di vita dei bambini non si osservarono grandi differenze sullo sviluppo dei bambini, ma già ad un anno di vita si riscontrarono importanti deficit intellettuali, fisici ed emozionali nei bambini in orfanotrofio.

 

Al terzo anno la maggior parte dei bambini cresciuti in carcere parlava e camminava, in orfanotrofio meno di 1 bambino su 40. E quello che all’epoca sconvolse gli studiosi fu quanti dei bambini cresciuti senza coccole non riuscirono neanche a superare il 4 anno di vita.

L’amore è necessario per la sopravvivenza… questo è quello che è stato possibile dimostrare con questo e altri studi successivi. Ad un bambino non bastano il cibo e un posto caldo in cui stare per sopravvivere, ha bisogno di vicinanza, di coccole, di attenzioni e di presenza. Se stai leggendo questo testo quindi, possiamo dedurre che hai ricevuto abbastanza amore per crescere sano o sana. Ma anche tu, come tutti noi, per paura di perdere l’amore necessario a sopravvivere, hai costruito strategie comportamentali, hai preso ruoli in famiglia, hai imitato i tuoi genitori e hai costruito un carattere per poterti sentire visto/a e amato/a. Nasciamo con una profonda consapevolezza, abbiamo bisogno di amore per sopravvivere.

Chiunque sia genitore sa bene quanto sia totalizzante l’amore per un figlio ma altrettanto sa quanto sia difficile poterglielo dimostrare 24 ore su 24. Ogni volta che mamma o papà non ci sono, ogni volta che il loro amore non arriva perché sono a lavoro, perché stanno girando il risotto, perché sono sotto la doccia o ad accudire qualcun altro, la paura inconscia che si attiva in un bambino è letteralmente quella di morire. “Se non mi amano muoio, devo fare qualcosa, se non mi amano vuol dire che così come sono non va bene, devo fare qualcosa per sentirmi più amato”.

 

Qui comincia la scalata alla costruzione del proprio carattere, delle proprie dinamiche interne. Come tutti i mammiferi, la prima forma di apprendimento che utilizziamo è l’imitazione, cerchiamo di imparare dai nostri genitori, interiorizziamo i loro comportamenti, i loro modi di fare.

Cerchiamo di trovare il nostro spazio e assumiamo veri e propri ruoli familiari. Diventiamo la cocca di papà, il bravo o la brava bambina, la peste, quello da proteggere, l’indifeso, il migliore di tutti… tutto pur di essere visti. Ma purtroppo questo cambiamento non è sufficiente per ricevere l’amore totalizzante dei nostri genitori e da qualche parte dentro di noi rimane la convinzione di non essere amabili per quello che siamo. Cresciamo e mettiamo in scena il copione imparato nella nostra infanzia, ci comportiamo come abbiamo appreso da bambini.

 

Puoi vedere in te questo meccanismo? Riesci a renderti conto di quanto in alcuni casi assomigli a mamma o a papà? E cosa c’è di male in tutto questo? Niente, in sé non c’è alcun problema ad assomigliare a loro, anzi, è bello e tenero. Il problema è che tanti dei nostri comportamenti sono agiti non per scelta, ma perché crediamo che siano l’unica possibilità per essere visti e amati, crediamo sia l’unica via, diventiamo il nostro carattere, ci identifichiamo con i nostri modelli di comportamento e capitoliamo nell’ineluttabilità del sono fatto così piuttosto che sentirci liberi di essere ogni cosa, ci dimentichiamo che noi NON siamo il nostro carattere, noi abbiamo un carattere e possiamo scegliere se agirlo o no.

 

Per riconoscere i modelli di comportamento che fanno parte della tua programmazione caratteriale infantile per un attimo prova a guardarti dentro e identifica dei lati del tuo carattere con i quali reagisci automaticamente, trova dinamiche che pur facendoti male senti essere più forti di te, prova a cercare quelle cose di te che anche se hai provato mille volte a cambiare, fanno proprio fatica ad andare via… queste cose qui non si riescono a cambiare perché sono legate al bisogno di amore che tutti quanti abbiamo dalla nascita.

Questo è il senso della sindrome dell’amore negativo creata da Bob Hoffman.