Nelle stanze della mia vita, sin da quando ero piccolo, ne ho tenuta sempre una chiusa. Non so bene che stanza fosse, ma sapevo che esisteva, che era nella parte più remota della casa e che non era per niente facile accedervi. Nel trascorrere degli anni, tante volte ho cercato di dimenticarmene, di cancellarla, ma più mi sforzavo, più ne avvertivo la mancanza, più sentivo la mia casa incompleta.
Ho iniziato a popolarla di terribili mostri, di scene sanguinose, di urla strazianti, ma il fascino e la mancanza di quella camera segreta mi attiravano a sé. Il mio viaggio nell’Hoffman è stata la ricerca di quella stanza perduta, è stato lo scioglimento dei tanti segreti nascosti in quella camera.
Tanti sentimenti mi hanno accompagnato in questo cammino: PAURA di affrontare sfide più grandi di me, DIFFIDENZA nel lasciarmi andare e affidarmi a qualcuno che nemmeno conoscevo e di cui nessuno dei miei amici sapeva niente, SMARRIMENTO nell’isolarmi fuori dal mondo per 7 lunghi giorni, affidando
ad altri tutte le chiavi di comunicazione con l’esterno senza alcuna alternativa.
Le parole d’ordine sono state due: FIDARSI e LASCIARSI ANDARE.
E così ho fatto. Miei compagni di viaggio 23 bellissime anime, che, come me, sentivano l’esigenza di tornare e riscoprire casa e i suoi sapori.
Come le fatiche di Ercole, ogni giorno è stato richiesto un grande sforzo di apertura del cuore, di scoperta delle emozioni, un enorme impegno di mettere concretamente e fisicamente le mani sulle pagine del libro
della mia vita. Il giorno successivo è stato sempre più sfidante di quello precedente. Ed ogni volta che mi dicevo: “Questa volta non ce la faccio, una voce mi sussurrava: abbi fiducia, metticela tutta, lasciati andare”.
Mi sono ritrovato sempre più consapevole, più coraggioso, più supportato. Ho imparato ad amarmi e a darmi compassione.
La stanza segreta, popolata da inquietanti ombre e orrende visioni, in realtà era solo la camera dei giochi della mia infanzia, dove i miei genitori avevano cercato di crescere al loro meglio, tra amore negato e paura di sbagliare, un bambino bisognoso di attenzioni e di amore.
Il cammino nell’Hoffman mi ha semplicemente aperto gli occhi ed il cuore e mi ha donato gli strumenti per pulire quella stanza facendo pace con il mio passato, con i miei genitori e con tutte le paure e condizionamenti cresciuti negli anni.
Ho scoperto che AMARE SE STESSI, non è un concetto da perseguire, ma è una PRATICA da svolgere concretamente tutti i giorni con le mani, con la voce e con tutte le proprie forze.
Nulla è più come prima, non si può tornare indietro, ora che ho ritrovato ME STESSO.
Porterò per sempre nel mio cuore Manù, Paolina, Cuca, Massimo, Alina, Iaia, Ciuchi, Semola, Giacomo, Vera, Ronnie, Tofee, Pino, Marco, Scimmietta, Nicola, Rattin, Poppi, Stria, Anna Rita, Nanu, Checco, Roberta, Laura, Lucrezia, Giosè, Leandro, Andrea, Marta di cui sento forte la connessione di anime e di energia.
Il mio Hoffman si può riassumere perfettamente con la frase di Howard Thurman che dice:
“ Non chiederti di cosa ha bisogno il mondo;
Chiediti che cosa ti risveglia alla vita.
E poi vai e fallo.
Perché ciò di cui il mondo ha bisogno
sono persone che si sono risvegliate alla vita”
Con amore
Emanuele (Lele)
Il viaggio più bello della mia vita! 7 giorni grazie ai quali è possibile mettere un punto al passato e ripartire più forte di prima con la consapevolezza che si può fare!
Ho capito quanto è importante lavorare su me stesso e ho iniziato a dare il giusto valore e peso ai sentimenti, alle emozioni, che prima trascuravo.
Mi godo il presente, mi godo le piccole cose che accadono intorno a me.
Ora gioco con lo stress e le ansie, ogni tanto le sfido ma sempre rispettandoli, essendo, ora più che mai, cosciente dei miei limiti.
Che cos’è la bellezza? Sono IO e la mia splendida vita, sono IO con tutti i miei pregi e difetti, sono IO che prendo decisioni, giuste o sbagliate che siano.
Siete tutti VOI che riempite la mia vita di gioia e affetto.
Giacomo Pioppi
